Naturopatia

La coppettazione: medicina olistica

La coppettazione  è una tecnica di origini molto antiche utilizzata tradizionalmente dalla medicina tradizionale cinese ma ormai diffusa sempre più anche in Occidente e apprezzata soprattutto da chi svolge attività sportiva. Ma esattamente a cosa serve e quali sono le controindicazioni di questo trattamento?

La coppettazione prende il nome dallo strumento principale di cui si serve, ovvero delle piccole coppette (che possono essere di vetro, bambù, ceramica o plastica) che vanno applicate con cura su alcune parti del corpo con funzione di ventosa in modo da stimolare la circolazione sanguigna e linfatica, contribuire ad eliminare i ristagni di tossine e ridonare in questo modo energia vitale all’organismo. Si tratta di una tecnica terapeutica utile a facilitare la circolazioni di energia, sangue e linfa. Facilita anche la peristalsi intestinale e può migliorare la digestione.

Come si usa la coppettazione

L’applicazione  delle coppette fa sì che la pelle e lo strato muscolare superficiale sia risucchiato e trattenuto dentro la coppetta.

In alcuni casi la coppetta , mentre l’aspirazione è attiva, può essere fatta scivolare  inducendo una diffusa aspirazione di pelle e muscoli in aree specifiche del corpo. Storicamente l’uso di questa tecnica viene fatto risalire a Ge Hong, famoso taoista esperto di alchimia e fitoterapia.

Questa pratica terapeutica di origini antiche è tuttora in uso;  indicata per la terapia del dolore, per i trattamento di disturbi gastro-intestinali, per l’inestetismo cellulite, per malattie polmonari (tosse e asma) e per molte altre patologie come sintetizzato nella seguente tabella.

La coppettazione svolge la sua azione terapeutica attraverso:

  • la stimolazione della circolazione di energia e sangue nell’area trattata;
  • la facilitazione della circolazione linfatica;
  • il miglioramento  dei movimenti peristaltici e favorendo la secrezione dei fluidi digestivi, nelle patologie del sistema digestivo.

Le coppette vengono lasciate in sede per una decina di minuti e la frequenza delle sedute varia in base alla patologia da trattare, in taluni casi è quotidiana, in altri bisettimanale o una sola volta alla settimana.

Per avere un risultato migliore, la pratica della coppettazione viene solitamente associata all’agopuntura.

Coppettazione e sport

Diversi scatti hanno recentemente immortalato l’atleta Michael Phelps impegnato alle Olimpiadi di RIO con dei cerchi stampati nella pelle come lividi.  Questa pratica, chiamata anche cupping, si è scoperto essere utilizzata da moltissimi atleti e attori americani; quello di mobilitare le forme di ristagno nel corpo sembra dare ottimi risultati. La spiegazione energetica cinese è che il risucchio provocato in una certa zona riattiva l’energia lì bloccata. In pratica, la suzione contrasta la produzione di edemi, subedemi e microlesioni dovute agli allenamenti intensi e alle gare e promuove la microcircolazione sanguigna e linfatica, migliorando le prestazioni sportive.  Inoltre, favorisce la mobilità delle articolazioni come spalle e anche.  La stimolazione delle fibre, infine, porta a una riduzione del dolore. E proprio nella terapia antalgica, il cupping trova la sua principale applicazione. Viene indicato in caso di crampi, contratture e ristagni del microcircolo dovuti a sforzi eccessivi. Un esempio di utilizzo di coppettazione ed agopuntura è dato dagli atleti del salto a ostacoli, i quali ricorrono all’agopuntura per mobilitare l’anca; poi, laddove viene inserito l’ago, si posa la coppetta per ridurre l’infiammazione.

Cosa dice la scienza

La coppettazione non rientra nella evidence based medicine, la medicina basata sulle evidenze, ma fa parte di quelle pratiche tradizionali di medicina non convenzionale, come l’agopuntura, cui spesso viene abbinata che stanno prendendo sempre più campo nella cosidetta Medicina Integrata.

Proprio sull’efficacia della coppettazione nel trattamento del dolore stanno comparendo evidenze di tipo scientifico, come salta agli occhi a una breve interrogazione della banca dati bibliografica biomedica della National Library of Medicine.

Come sempre sta a noi provare e giudicare.

Controindicazioni

La coppettazione deve essere sempre effettuata da esperti che conoscono bene le zone in cui applicare le coppette, diverse per ogni sintomatologia, e soprattutto padroneggiare la tecnica di riscaldamento delle stesse. Questo trattamento non può essere effettuato se la pelle presenta lesioni, abrasioni e tra gli effetti collaterali si possono presentare delle macchie rosso-violacee causate proprio dall’effetto aspirante del vuoto d’aria nella coppetta che fa affluire più sangue nella zona interessata ma le macchie scompaiono nel giro di pochi giorni.

E’ sconsigliata in caso di astenia, malattie croniche che creano spossatezza, patologie del sangue, pelle flaccida o dermatosi. La coppettazione è controindicata durante la gravidanza, non va eseguita né sulla regione addominale, né sulla regione lombosacrale

Per quanto riguarda gli effetti collaterali, l’unica cosa da segnalare è che, subito dopo il trattamento, tendono a formarsi sulle zone della pelle dove sono state applicate le coppette delle macchie rosso-violacee che però scompaiono in pochi giorni.

Siete curiosi? A voi la prova

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